Benvenutə all’ottavo numero di Interstizi,
una newsletter occasionale che nasce dal bisogno di mettersi insieme, di condividere riflessioni e pensieri fuori da uno spazio predefinito. Una piattaforma informale di confronto e di ricerca su arte, cultura pop e attualità che speriamo possa aprirsi nel tempo a tanti punti di vista e modalità espressive diverse. Uno spazio fisico e mentale per germogliare, condividere quello che ci sta a cuore, raccontare e raccontarsi, trovare la propria voce ma anche lanciarsi in qualche sano rant.
Questo numero è per noi particolarmente speciale perchè segna il primo anno di attività di Interstizi, è un numero di celebrazione in cui vogliamo ragionare sull’anno appena passato e su cosa questa newsletter ha rappresentato per noi, sulle motivazioni che ci hanno spinto ad iniziare Interstizi e su come vorremmo far evolvere questo progetto. Tra le novità di questo numero, la nuova rubrica Senza fili, che vi lasciamo scoprire più avanti. Buon compleanno Interstizi e grazie per essere qui con noi.
Buona lettura! 🎂
Fabiola & Giulia
Panorama
Tirare le somme è un esercizio interessante. Ti viene richiesto di fermarti, osservare tutto ciò che hai fatto in un determinato periodo, mettere in fila persone, progetti e pensieri e fare un passo indietro, avere una visione più ampia. Indugiare sugli errori e sui dubbi così come celebrare delle piccole vittorie, rivalutare alcune cose e ridimensionarne altre. In questo anno ci siamo trovate spesso a ragionare su Interstizi, sulle nostre motivazioni e sul nostro lavoro e, nello spirito che guida il progetto fin dall’inizio, ci sembra giusto condividere alcuni pensieri con voi, senza troppi filtri e senza troppa retorica (o almeno ci proviamo).
La nostra amicizia è da sempre stata legata all’idea dello spazio. Ci siamo conosciute a Venezia durante l’università e da subito, in una delle città più colonizzate dal turismo globale, è stato per noi importante ritagliarci degli spazi nostri. Spazi mentali autonomi su quanto stavamo scoprendo del mondo e della nostra vita da persone indipendenti, ma anche spazi fisici dove incontrarci, dove mettere in pratica e sperimentare. Spazi sicuri ma non isolati, spazi condivisi e fluidi, senza regole o strutture troppo rigide.
Interstizi è nato per noi in un atto egoistico di creazione e imposizione. Siamo qui, leggeteci o no, ci va bene comunque. L’abbiamo creato senza la pressione di dover ‘fare il botto’, di ammassare visibilità personale spendibile a livello professionale e aumentare il nostro capitale simbolico. La scelta spontanea e non ragionata di non firmare i vari pezzi della newsletter, di non mettere una bandierina di autorialità, è rientrata proprio in questa esigenza di creare un luogo in cui la coralità fosse più importante dell’ego di ciascuna di noi. Dopo anni di tirocini, progetti, collaborazioni occasionali, capriole e botte di fortuna, abbiamo scelto di smetterla di chiedere a qualcuno di ospitare le nostre idee, di usare il nostro tempo e il nostro lavoro gratuito per qualcosa che non dovesse sottostare alla visione o al progetto editoriale di qualcun altrǝ. Senza nessuna aspettativa e senza un piano preciso, ci siamo lanciate in questo progetto e la sprovvedutezza è stata fondamentale a non farci sentire sotto pressione ma, anzi, completamente libere di essere noi stesse.
In questo primo anno abbiamo parlato di corpo, amore, aeroporti, amicizia, cibo e ricette. Ci siamo lanciate in voli pindarici e analisi attente, abbiamo condiviso letture, musica e artistз del cuore. Abbiamo cominciato ad invitare altre persone, ad aprirci a nuovi punti di vista. Abbiamo giocato con format e linguaggi. Ci siamo divertite.
Col tempo, però, ci siamo accorte che creare uno spazio significa anche prendersene cura, assumersi una responsabilità verso noi stesse e verso lз altrз, creare (forse) delle aspettative. Significa muoversi in autonomia, non poter aspettare che altrз facciano le cose ma essere proattive e generatrici. Cercare di trovare la propria voce è una scelta che non consente troppi diversivi. Ci sei o non ci sei. A volte non ci siamo state, abbiamo dovuto rinunciare a delle scadenze che ci eravamo date, a dei progetti che non avevamo le risorse o le forze di realizzare come avremmo voluto.
La produttività è infatti un’altra questione su cui ci siamo trovate a ragionare più e più volte. Come riuscire a coniugare la voglia di creare, conversare e interagire con la necessità di sottrarsi a meccanismi di produzione e commercializzazione? Come evitare - pur restando dentro evidenti piattaforme e meccanismi di produzione - che questo diventi l’ennesimo progetto parallelo che ci fa sentire oberate, svuotate e sopraffatte? Come unire continuità e leggerezza? Come evitare che il nostro ego prenda il sopravvento? Ci siamo trovate a non avere nulla da dire, a rincorrere il content, così come abbiamo chiesto a nostrз colleghз e amichз di scrivere e creare per noi senza poter contraccambiare in nessun modo, ponendoci delle domande sull’opportunità e l’eticità di queste pratiche e modalità mentre ci battiamo per migliori retribuzioni e dignità professionale. Quando il tuo lavoro e le tue passioni sono così intrecciate diventa difficile separare le cose, fare un passo indietro. Ci siamo rimbalzate queste domande e questi ragionamenti mille volte, arrivando a conclusioni a volte diverse, e pensiamo che possa essere interessante condividerle anche con voi.
Interstizi è nata anche dalla voglia di accettare una sfida, di accettare l’idea che provare a fare qualcosa è sempre meglio che non provarci, affrontando la paura del fallimento. A volte è difficile combattere quella voce interiore che ci dice che quello che facciamo non è mai abbastanza, non è esattamente come lo vorremmo, che qualcunǝ l’ha già fatto meglio di noi e che comunque non servirà a niente, perché i problemi del mondo sono inaffrontabili, i sistemi sbagliati su cui la nostra realtà si sviluppa sono impossibili da cambiare. Riconciliarsi con questa sensazione fa parte dei motivi per cui abbiamo creato Interstizi. Per ripeterci che se è vero che nulla importa, allora è anche vero che tutto può importare, che anche i progetti più piccoli e spensierati hanno valore, che forse il valore sta proprio nell’andare avanti, nel continuare a pensare, a sentire, a costruire, a confrontarsi e condividere con lз altrз.
Senza fili
Interstizi è nato come uno spazio libero e aperto, all’interno del quale abbiamo progressivamente iniziato ad accogliere altre persone e amicз. Non è semplice invitare qualcunǝ in un luogo non definito, soprattutto quando ci sono così tante cose a cui stare dietro. Questa però è una newsletter di festa e per questo motivo abbiamo voluto immaginare un nuovo format, invitando alcune persone che abbiamo conosciuto lungo il cammino a scrivere un loro contributo come se fosse una lettera a noi, a un’idea, ad un sentimento, a loro stessз. Questo format si chiama Senza fili, rifacendosi al gioco che facevamo da bambine per indicare il fluire di un messaggio che si modifica, si arricchisce e si espande attraverso lo scambio, e da oggi è aperto a tuttз. Uno spazio dove parlare di quello che volete, come volete. Senza sovrastrutture o note a piè di pagina. Se vorrete partecipare, scriveteci a interstizinewsletter@gmail.com - saremo molto felici di leggervi.
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Sonia Andresano è un’artista, vive e lavora tra Roma e Milano. Identità e nomadismo delineano il binomio di una poetica emotiva che si articola attraverso performance, video, fotografia e scultura.
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Pauline Batista è un’artista multimediale di base a Londra. La sua pratica include fotografia, installazioni, scultura, video e suono.
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Roberta Cacciatore è un’artista di base a Bologna, dove nel suo atelier crea ceramiche, scrive poesia, dipinge e organizza laboratori didattici.
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Vera Sibilio vive a Londra e dal gennaio del 2021 ha dato inizio alla newsletter "Guastafeste". La newsletter è un luogo aperto di decostruzione del pensiero dominante per ampliare i limiti dell'immaginabile.
Link: Guastafeste, Guastafeste su IG, Twitter, IG
Ringraziamo con tutto il cuore Valeria Pugliese per aver realizzato le grafiche per questa nuova rubrica. Valeria è una graphic designer. Si occupa principalmente di design editoriale in ambito culturale, potete vedere i suoi lavori qui e qui.
Ciliegie
i nostri pick culturali
🍒 Podcast 🍒
La cura, una mini-serie di chroniqueers/Mara Pieri su lavoro di cura, visibilità, malattia cronica e attivismo.
Art and Labor, podcast per i lavoratori dell'arte che cercano di capire il loro posto nei brutali sistemi di potere capitalisti
🍒 Letture 🍒
Un romanzo: Brevemente risplendiamo sulla terra di Ocean Vuong (La nave di Teseo, 2020). Una storia difficile sull’amore che si intreccia alla violenza, ai traumi generazionali e alla disperazione, raccontate con frasi perfettamente delicate, in una lettera che sembra poesia.
Un saggio: Art/Commons: Anthropology beyond Capitalism di Massimiliano Mollona un saggio sul concetto e sulla pratica dei beni comuni (commons) dalle prospettive della storia dell'arte contemporanea e dell'antropologia.
Un articolo:
It Girl dappertutto | Chiara Galeazzi sulle tipe salvate su Pinterest e l’evoluzione del concetto di modello femminile
Students who grew up with search engines might change STEM education forever ~ ovvero perchè i desktop della gen Z sono un caos
Notes on the Platform Condition | By: Geert Lovink
Una newsletter: Senza Rossetto, una newsletter un podcast (e molto altro) a cura di di Giulia Cuter e Giulia Perona sull’essere donne in Italia
🍒 Musica 🍒
Settembre ci ha portato tante nuove uscite tra cui il nuovo album di Little Simz Sometimes I Might Be Introvert e il primo album di Lil Nas X Montero, anticipato da una campagna di marketing davvero ben fatta e da una esibizione ai VMAs da guardare quando hai bisogno di un po’ di carica 🔥 + bonus video: Mahalia - Roadside (Feat. AJ Tracey) ~ r&b, Pipilotti Rist vibes e tute Juicy Couture
Infine, siccome questa è una newsletter di compleanno, inauguriamo il profilo spotify di Interstizi con la nostra prima playlist if I can’t dance, una playlist collaborativa e aperta a tuttз in cui abbiamo raccolto un po’ di canzoni che ci fanno ballare.
🍒 Film 🍒
Alessandra Saviotti - che avete conosciuto nel terzo numero di Interstizi - ci consiglia la sere MAID su Netflix
🍒 L’Internet 🍒
Un bel po’ di video da guardare nei giorni di pioggia 🌧️
Può esistere un attivismo digitale? | Silvia Semenzin | TEDxFerrara, Silvia Semenzin su slacktivism, influenza digitale e politica
Basement Café 4: intervista a Fumettibrutti e Pietro Turano, un dialogo su inclusività, identità e la bellezza della mostruosità nel mondo dell’intrattenimento e non solo, con una cit. memorabile: sforzarsi di non amare è da fascisti, non lo auguro a nessuno
Envy | ContraPoints = ContraPoints aka Natalie Wynn aka la creator migliore di YouTube ~ fight me ¯\_(ツ)_/¯
Conference: The White West IV: Whose Universal?, conferenza organizzata da Haus der Kulturen der Welt (HKW) sulle eredità del colonialismo nel linguaggio pubblico contemporaneo, la decostruzione dell’idea di universalismo e le continuità tra fascismo e colonialismo dei coloni, con Norman Ajari, A. Dirk Moses, Nikhil Pal Singh e Françoise Vergès.
Anticurriculum, uno spazio di discussione e approfondimento sul mondo del lavoro fuori dalla retorica dell’imprenditorialità e dell’ottimismo tossico.
Radio Garden, piattaforma che raccoglie radio da tutto il mondo sviluppata dal Netherlands Institute for Sound and Vision.
Noi mentre cerchiamo di gestire tutte le tab aperte su Chrome e i libri da leggere sul comodino. I club che ci piacciono. E finalmente, non c’è festa senza torta!
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Noi siamo arrivate alla fine di questo ottavo numero di Interstizi.
Grazie per essere arrivatə fin qui, per averci letto, per averci dedicato del tempo.
Interstizi è in fase di sperimentazione permanente quindi se avete suggerimenti, feedback o volete semplicemente condividere con noi cosa vi passa per la testa potete rispondere a questa mail, seguirci su Instagram o scriverci a interstizinewsletter@gmail.com - se invece sei qui per sbaglio ma vuoi saperne di più puoi iscriverti qui
Interstizi è un progetto a cura di Fabiola Fiocco e Giulia Pistone.